È ormai passato un anno da quando, per la prima volta, Love My Way ha iniziato a costruire un nuovo spazio Queer autogestito a Firenze.
Nel corso di un periodo, soprattutto negli ultimi mesi, di aumento continuo degli sfratti e di chiusura dei luoghi di aggregazione, siamo felici di contrapporci alla retorica degli alloggi per studenti (rigorosamente facoltosə), degli affitti di lusso, del turismo mordi e fuggi, delle multinazionali che fanno green e rainbow washing salvo offrire condizioni di lavoro precarie, diritti insufficienti e servizi rivolti solo a una certa fascia di reddito, a fronte di una città svuotata nella sua anima.
Il tema abitativo, il tema degli sfratti, il tema degli spazi sottratti alla cittadinanza, non possono essere battaglie svincolate da quelle che un’associazione come la nostra deve affrontare.
Si tratta sempre di privilegio, si tratta sempre di prevaricazione, poiché la sovrapposizione delle logiche che legano queste specificità sono sempre le stesse.
Che si tratti della famiglia buttata fuori di casa, della libreria chiusa per far spazio al centro commerciale o della piazza recintata che viene preclusa dalla sua vita.
Lo abbiamo ripetuto nel corso del nostro Tour con Chromaticka in occasione dello scorso IDAHOBIAT e lo ripetiamo oggi.
Siamo fierə del nostro spazio proprio per questo: perché sfugge alle logiche di cui sopra, perché viene dal basso, perché è totalmente indipendente e totalmente autogestito e questo ci contraddistingue.
In questo anno la sede è cambiata ma non è cambiato lo spirito e le modalità con cui portiamo avanti le nostre istanze.