Qualche giorno fa è apparsa in una nota testata una classifica di “vivibilità” delle città italiane, dove Firenze si colloca al terzo posto.
Ci teniamo a dire qualcosa anche su questo.
A dir la verità ci abbiamo pensato un attimo, perché alla fine queste sono classifiche basate su dati abbastanza fumosi, che riempiono i giornali ma lasciano il tempo che trovano.
Tuttavia ci invitano a una riflessione.
Se si pensa, o si crede, che una città sia vivibile prendendo in esame dati come “speranza di vita”, “natalità”, “persone con almeno il diploma” ecc ecc, probabilmente è sbagliata proprio la prospettiva d’osservazione.
E non è sbagliata solo da parte della testata che organizza l’analisi, ma anche da chi questa città la amministra.
Non crediamo di fare troppa polemica se diciamo che Firenze sia vivibile solo se hai un reddito medio-alto che te lo permetta, se hai un tetto sopra la testa, se non sei unə studente fuori sede, se non decidi di aprirti un’attività senza avere alle spalle una catena multinazionale, se non hai difficoltà motorie, se non hai bisogno di uno spazio che non ti accolga perchè paghi ma perché ne hai bisogno.
Potremmo continuare ancora e non lo diciamo perché ci divertiamo ad andare sempre in direzione “ostinata e contraria”.
È che proprio ci sentiamo oppressɜ da questo contesto e sentiamo il bisogno di urlarlo.
Sentiamo il bisogno di prenderci i nostri spazi, di lottare, perché non vogliamo vivere in una città che offre opportunità solo se il portafoglio o la condizione sociale lo permettono e scusateci se ci fa rabbia pensare che sembra che vada tutto bene.
Ci discostiamo da concetti come “decoro”, che servono a rendere una città schiava del consumo di chi paga e se ne va.
Noi rivendichiamo la nostra esistenza fuori dalla logica del Centro – Luna Park dove tutto viene messo in vetrina per gli occhi dellɜ pochɜ che possono comprare mentre il resto della città metropolitana esiste a sprazzi.
Noi in questo spazio ci abitiamo, vorremmo vivere in una Firenze che sia su misura anche nostra.
Le potenzialità ci sarebbero tutte, se solo ci fosse voglia di osservare le questioni su punti di vista differenti, un po’ come su una ruota panoramica.